al mondo del ragazzo e, nell'essere figura di supporto affettivo, si trova spesso a dover mediare tra le esigenze del ragazzo/a o del gruppo di ragazzi e quelle più in generale della società. Si trova in qualche modo a fare da "cuscinetto" e dover gestire bisogni spesso contrastanti, nel tentativo di recuperare significato e senso ai comportamenti dei ragazzi di cui si sta prendendo cura, in qualche modo ne diventa un "alleato" necessario.

 

Nella gestione delle molte sottili sfumature di questo particolare rapporto di supporto, protezione e complicità, si gioca gran parte dell'efficacia dei percorsi educativi, siano essi a valenza preventiva (su fasce a rischio) o a valenza riabilitativa (con soggetti già coinvolti in comportamenti di una certa gravità).

Un così delicato compito necessita spesso di una formazione continua, che permetta di avere momenti e spazi per poter "prendere le distanze", per comprendere ciò che affettivamente sta avvenendo nella relazione educativa e integrare in un più ampio quadro d'insieme i diversi significati e ricadute che i comportamenti agiti dai ragazzi rivestono per l'ambiente in cui vivono, sia nel rapporto con altri adulti che con i coetanei.

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